Dio aiuti il primo barone cristiano

La storia del Duca Eugène Laval-Montmorency e Borgo Cornalese

Nella chiesa di Borgo è custodito il cuore del Duca Eugène Laval-Montmorency, a lui si deve l’edificazione della chiesa, l’espansione e il rialzamento della villa e il fiorire del contado. Una figura intraprendente, che ha stretto amicizie importanti in tutta Europa e in quel di Borgo ha portato grandi personaggi della storia.

Il professor Gianpaolo Fassino lo ha raccontato nella conferenza “Dio aiuti il primo barone cristiano” tenutasi nella chiesa di Borgo domenica 14 maggio nell’ambito dei festeggiamenti per il ventennale del gruppo Amici di Borgo. Fassino, insegnante di Antropologia Culturale all’Università del Piemonte Orientale, ha approfondito il legame tra Borgo e il duca già nel libro “Villastellone. Percorsi di storia e memoria della comunità” da lui stesso curato e pubblicato nel 2022 dall’Associazione Culturale Assolivero.

Eugène, nipote del cardinale vescovo di Orleans, Condom e Metz poi abate di Mont Saint-Michel, è nato nel 1773 ed è morto nel 1851 a Parigi. Le sue spoglie furono sepolte a Beaumesnil, nella cappella che lui stesso fece costruire, a fianco della prima moglie, ma il suo cuore (“simbolo degli affetti e dell’affetto per la nuova patria”) fu portato a Borgo come da sue volontà.

Appartenente a un casato importante per la storia francese, Eugène godeva anche del titolo di “primo barone cristiano” grazie a un avo guerriero franco battezzato da San Remigio. La sua storia famigliare è segnata da fatti tragici durante gli anni della Rivoluzione Francese, come il ghigliottinamento di un cugino e la morte in battaglia di un fratello. Nel 1801 sposa Maximilienne Augustine Henriette de Béthune-Sully, già vedova del primo marito (ghigliottinato dai rivoluzionari); morta nel gennaio 1833, la nobildonna è ricordata con una lapide a Borgo Cornalese e gli ha lasciato il castello seicentesco di Beaumesnil, la cui storia è speculare a quella di Borgo. “Nella sala del caminetto di Beaumesnil vi è un doppio stemma, che raffigura insieme i Laval e i de Maistre - spiega Fassino – Con la prima moglie Eugène aveva fatto voto che se al trono di Francia fosse salito un Borbone avrebbero costruito una chiesa e così infatti fecero”.

Rimasto vedovo, Eugène giunge a Borgo nello stesso 1833 e l’anno seguente ne formalizza l’acquisto. Borgo probabilmente è stato individuato come punto strategico a metà strada tra Parigi e Roma, due centri in cui il duca si recava spesso. Nel novembre 1833 sposa Constance de Maistre, che aveva venti anni in meno di lui ma – stando ai carteggi famigliari – caratterialmente gli era molto affine; il matrimonio viene celebrato a Genova dall’arcivescovo Placido Maria Tadini; in viaggio di nozze si recano a Roma e poi raggiungono a Napoli uno zio di lei, il noto Xavier.

Borgo diventa subito centro di attrazione per gli amici di Eugène che arrivano da tutta Europa. Constance sopravvive ad Eugene per molti anni, rafforzando relazioni, contribuendo a far crescere ancora il nome di Borgo e continuando a finanziare le forme più innovative di spiritualità dell’Ottocento (tra tutti i grandi personaggi di fede che hanno soggiornato a Borgo, si ricorda Don Bosco, il cui passaggio è menzionato su una lapide della cappella della villa).

La cosa straordinaria è notare come il dipinto sulla cupola della chiesa di Borgo riproduca lo stesso motivo presente in quella di Beaumesnil e così come la “gemella” francese, anche quella villastellonese è intitolata non solo alla Vergine dei Dolori ma anche a Sant’Eugenio, ricordando quindi – attraverso il nome – il suo benefattore.

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