Borgo Cornalese è una frazione alle porte di Villastellone che comprende la settecentesca Villa de Maistre, un antico Borgo millenario e un Mulino del '500 inseriti in una cornice naturale unica in Italia.

Borgo Cornalese: un luogo per godere della bellezza della natura e del fascino del tempo passato che lascia traccia, racconta la storia e tocca il presente di chi lo scopre.

Così si presenta la frazione di Borgo Cornalese, inserita nel comune di Villastellone e alle porte del Parco Fluviale del Po, a una ventina di chilometri da Torino.

Il borgo immerso nella campagna, già documentato nelle fonti dell’XI secolo, ha al centro un’imponente chiesa ottocentesca in perfetto stile Neoclassico, intitolata alla Beata Vergine dei Dolori e ai santi Barnaba ed Eugenio, alla destra due grandi corti cascinali testimoni dell’importante vissuto agricolo e alla sinistra l’elegante villa de Maistre con il vasto parco.

Di fronte all’ingresso principale della residenza, un piccolo ponte che fa da sentinella a un vecchio mulino ancora funzionante. Ad acquistare e ridar nuova vita all’abitato, ampliare la villa e costruire la chiesa nel 1838 fu il duca Eugène Laval-Montmorency che una manciata di anni prima sposò Anne Constance de Maistre, figlia del filosofo Joseph de Maistre. Fino a metà Novecento il borgo visse di incontri tra grandi personaggi e fiorire di attività.

Borgo Cornalese, ancora abitato dalla famiglia de Maistre e da alcune famiglie, è oggi meta di passeggiate e percorsi in bicicletta che si allungano nel viale alberato che parte dal ponte e attraversa i campi, è tappa per pittori e fotografi che ricercano scorci da immortalare e oasi per chi cerca tranquillità e un bel paesaggio che nelle giornate di cielo terso svela la sagoma del Monviso.

Ci sono luoghi fuori dal tempo e dallo spazio. Svolti l’angolo ed è silenzio. O meglio: “nuovi suoni” che emergono per sottrazione. Non più motori ma foglie che si muovono, canti di uccelli, l’acqua di un rio o di una roggia. Ma soprattutto passi, il suono dimenticato dei passi.​

Sul viale di pioppi cipressini prima del Borgo. Lasciare la via “principale” ha talora il potere di escludere non solo la mescolanza di rumori molesti che fanno da colonna sonora al vivere quotidiano, ma di proiettare in una dimensione altra. Una dimensione dove gli elementi sono disorientanti nella loro semplicità.

E in effetti disorienta il Borgo. Un luogo dove l’affermazione “il tempo si è fermato”, della quale spesso si abusa, calza a pennello. Fermato al Medioevo o giù di lì, quando il Borgo fu costruito.

Antonio Farina/Regione Piemonte